La bestemmia più grave

C’è una bestemmia molto più grave di qualsiasi vignetta di Charlie Hebdo, una bestemmia che colpisce al cuore qualsiasi religione. E’ la bestemmia per la quale Gesù Cristo è stato mandato sulla croce dagli ebrei. E’ la bestemmia per la quale ad Al-Hallaj i musulmani fecero subire, nell’ordine, i seguenti supplizi: amputazione delle mani e dei piedi, crocefissione, decapitazione. E dopo morto diedero il suo corpo in pasto alle belve.  La colpa di Cristo e di A-Hallaj, “Cristo dell’Islam”, è quella di aver detto: “Io sono Dio.” La colpa di aver superato quell’alienazione religiosa che fa credere che Dio sia qualcosa che può essere creduto, o che dev’essere pregato, e non qualcosa che si può essere. Che si deve essere. Che da sempre siamo.
Dalla bestemmia del Cristo i cristiani – la cui stessa esistenza è una bestemmia – si sono difesi facendo del Cristo un altro Dio, un altro Altro da venerare: un’altra via di alienazione religiosa. Quei pochi che hanno capito, sono diventati a loro volta bestemmiatori. Ed hanno subito a loro volta il supplizio – come Margherita Porete – o l’hanno evitato per poco, come Meister Eckhart. Si venera il Cristo crocifisso, evitando di prendere la croce (o prendendola in senso penosamente metaforico: sopportare i dolori, e sciocchezze simili). Su questo equivoco si fondano due millenni di alienazione religiosa occidentale.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *