Lo Spirito Santo, il Figlio ed il Padre presi in una relazione non proprio spirituale. E’ una delle vignette di Charlie Hebdo che hanno preso a circolare dopo il massacro di ieri. Suscitando sconcerto in non pochi cattolici che fino a poco prima erano pronti a dire “Je suis Charlie Hebdo”, e che si sono ritrovati invece a reclamare la censura e ad affermare i limiti della libertà d’espressione. Perché sì, la satira è importante, e rivendichiamo tutti il libero pensiero come conquista dell’Occidente, ma il Figlio che prende lo Spirito Santo nel didietro…
I soggetti che oggi sono Charlie Hebdo sono abbastanza male assortiti. Ci sono i laici, gli atei, i difensori del libero pensiero: ma ci sono anche gli islamofobi, gli xenofobi, i fascisti alla Salvini. Questo singolare assortimento è una conseguenza dell’ambiguità stessa della satira, che può essere due cose diverse; o meglio: avere due valenze politiche. A fare la differenza è il tipo di gruppo sociale contro cui si scaglia. La satira ha una funzione progressiva, positiva, liberatrice quando si scaglia contro gruppi potenti, dominanti, in grado di imporre la propria volontà anche con la forza, anzi con la violenza. Una satira del genere è sempre giustificata, anche quando è blasfema, anche quando ridicolizza i valori più sacri. Diversa è la satira che si dirige contro gruppi minoritari, deboli, socialmente discriminati. Formalmente sempre di satira si tratta; ma in questo caso è satira vigliacca. E’ una satira che ha una lunga tradizione, dalle vignette del fascismo e del nazismo fino a quelle della Lega Nord.
Ora, nel caso delle vignette contro il cattolicesimo la questione è semplice. I cattolici rappresentano un gruppo potente, che in un paese come il nostro ha anche gestito direttamente il potere, attraverso il suo partito di riferimento: e lo ha fatto nel modo che sappiamo, ossia usando come mezzi di governo la corruzione, le stragi, la collusione con la mafia. Ogni satira contro il cattolicesimo è un atto di libero pensiero. Più complessa è la faccenda per quanto riguarda l’Islam. Perché i musulmani sono, al tempo stesso, un gruppo debole ed un gruppo forte. In Italia ed altrove, i musulmani rappresentano una minoranza cui spesso si negano diritti elementari, come quello di avere un luogo in cui pregare; una minoranza guardata con sospetto, spesso calunniata, culturalmente e socialmente marginalizzata. Ma l’Islam è anche quello dei terroristi che, come è accaduto ieri, vendicano con il sangue le offese alla loro religione. Terroristi che naturalmente non rappresentano l’Islam, e che tuttavia uccidono chi ha offeso l’Islam. E’ per questo che le vignette contro l’Islam sono al tempo stesso un atto di coraggio e di vigliaccheria, una manifestazione al tempo stesso di libero pensiero e di xenofobia. Il fatto che i vignettisti di Charlie Hebdo siano stati massacrati, e che dunque appaiano come martiri del libero pensiero occidentale contro il fondamentalismo islamico, avrà l’effetto di attenuare quell’ambiguità, proprio mentre, per effetto di quello stesso massacro, i musulmani europei si troveranno ad essere ancora più fragili e marginalizzati.
Aggiornamento: Ma essere Charlie Hebdo non vuol dire anche essere Naji al-Ali? A quanto pare no.