Come insegnare filosofia

Prendete il manuale di filosofia. Apritelo. Toccate la carta. Saggiatene la consistenza. Si chiama grammatura. Ora fate una ricerca su quella carta. Che tipo di carta è, dove viene prodotta e come e quanto guadagnano gli operai che la producono.

Tornate al libro di testo. Guardate nel colophon dove è stato stampato. Non sapete cos’è un colophon? Ve lo dico io. Dopo però chiamate la tipografia e chiedete come viene stampato il libro. Le tecniche, i diversi compiti e quanto guadagnano gli operai.

Poi tornate al libro. Vedete che c’è un editore. Cercate informazioni sull’editore. Poi contattatelo. Chiedete come funziona il lavoro di un editore, chi fa cosa e quanto guadagna.

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Di cosa parliamo quando parliamo di burocrazia scolastica

Come tutti i docenti in questo periodo sono alle prese, oltre che con il complesso lavoro di valutazione finale, con la compilazione di un bel po’ di documenti, prime fra tutti le relazioni finali riguardanti il lavoro svolto con gli studenti. Documenti importanti, che servono a valutare il proprio lavoro, ad interrogarsi su cosa ha funzionato e cosa no, e su come si può migliorare, ma che per lo più vengono stilati seguendo modelli che richiedono il ricorso a crocette, mentre le parti testuali vengono risolte ricorrendo a formule più o meno stereotipate – più o meno copia-incollate – in puro didattichese.

Tra le altre carte quest’anno ho dovuto occuparmi di quelle relative alla mia attività di tutor di una docente immessa in ruolo. Ho osservato alcune sue lezioni, lei ha seguito le mie, e qualche lezione l’abbiamo fatta insieme. Alla fine ho scritto una relazione il più possibile onesta. Ma con il Signor Miur naturalmente non è possibile cavarsela così a buon mercato. Ed ecco dunque la meravigliosa scheda di osservazione approntata dal Ministero. Dieci pagine di crocette per ogni singola osservazione. Dieci pagine di crocette che, a volerle compilare in modo onesto, manderebbero in crisi chiunque. Perché, per cominciare con le Informazioni di contesto, cos’è uno studente straniero? Da cosa distinguo uno studente straniero da uno italiano? Lo studente filippino adottato da una famiglia italiana è straniero o italiano? La studentessa dalla pelle scura, ma nata in Italia, è straniera o italiana? E soprattutto: perché me lo chiedi? Perché dovrebbe avere qualsiasi rilevanza? Perché accomunare gli studenti stranieri agli studenti disabili?

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