Un anno di guerra

Un anno dopo l’inizio della guerra in Ucraina sono evidenti la catastrofe della Russia e la bancarotta del pacifismo.

Un anno di guerra contro l’Ucraina. Trecentosessantacinque giorni di stragi, distruzioni, sequestri di bambini ed altre atrocità. Un anno insanguinato per l’Europa e il mondo. Più di un secolo indietro per la Russia. Perché il danno che criminali come Putin e Kirill stanno facendo alla Russia è di gran lunga maggiore del danno che stanno facendo all’Ucraina.

Più di cento anni indietro. L’impressione è che la Russia, non riuscendo a fare i conti con il suo passato comunista, abbia deciso semplicemente di rimuoverlo. E di tornare, dunque, a quello che c’era prima. Seguendo il dibattito attuale in Russia – che ha, soprattutto nelle televisioni, tratti di vera e propria follia di massa – l’impressione è di ritrovarsi catapultati nella Russia di Dostoevskij. E di sentir parlare il suo idiota, quel principe Myskin che affermava: ’Bisogna che il nostro Cristo risplenda a difesa contro l’Occidente, un Cristo che noi abbiamo conservato e che loro non conoscono!” Il Cristianesimo ortodosso, la santità e la purezza della Russia contrapposti spiritualmente alla corruzione che viene dall’Occidente. Una spiritualità che naturalmente è destinata a degenerare nella più atroce violenza.

La Russia è oggi un paese radicalmente fascista. Un fascismo che nasce dalla incapacità di collocarsi rispetto alla modernità. Alla disperata ricerca di una identità dopo la fine del comunismo, la Russia si illude di averla trovata nel Cristianesimo ortodosso e nella retorica della santa Russia di cui già Tolstoj aveva denunciato il vuoto e la violenza. È un fascismo che più che a quello italiano fa pensare a quello iraniano. Un fascismo la cui anima è il fondamentalismo cristiano, la violenza di quello che chiamo dispositivo diabolico, che considero parte essenziale del cristianesimo e dunque costantemente lo espone al rischio di diventare una religione del massacro. Il dispositivo diabolico divide, appunto, l’umanità in due: i santi, i salvati da un lato, i dannati, i figli di Satana dall’altra. E contro i figli di Satana la guerra dev’essere totale.

Questa è l’obiezione di Ivan Il’in (sul cui pensiero ho scritto recentemente su MicroMega), tra i principali riferimenti del fascismo russo, a Tolstoj, che dal Vangelo ricavava la sua teoria della non resistenza al male. Si può e si deve non resistere al male che viene fatto a noi come individui, ma non al male che viene fatto a Dio. I nemici di Dio vanno combattuti facendo scorrere il sangue. Per quanto la cosa sembri assurda, quella di Putin si giustifica realmente come una guerra contro il satanismo, e ciò dà la misura dello smarrimento russo.

La cosa più sconcertante di questo anno terribile è la posizione della maggior parte dei pacifisti e nonviolenti (o amici della nonviolenza) italiani. Quelli per i quali l’Ucraina se l’è cercata, la colpa in fondo è della Nato, eccetera. Una bancarotta morale e intellettuale che lascia senza parole.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

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