Trump è mafioso?

Di che natura è il potere di Trump? Di che natura è il nuovo potere del secondo mandato di Trump? Una domanda simile sarebbe evidentemente prematura a poche settimane dall’insediamento, ma Trump ha mandato con una rapidità che disorienta all’America e al mondo intero un messaggio tanto chiaro quanto inquietante. L’impressione è che a questo scopo servisse anche lo show – difficile definirlo diversamente – con Zelensky. Umiliare e minacciare in mondovisione il rappresentante di un Paese invaso non serviva solo a chiarire in modo particolarmente rozzo, facendo a pezzi ogni protocollo diplomatico, la sua posizione sul conflitto in corso, ma anche a presentare al mondo il suo stile di governo. Uno stile che a molti è sembrato mafioso. Ed è difficile negarlo, riguardando le immagini di quell’incontro, considerando i contenuti, ma anche il tono e perfino la prossemica. Trump si è posto indubbiamente come un boss mafioso.

Donald Trump is turning America into a mafia state è il titolo di un editoriale di Jonathan Freedland su “The Guardian” di ieri. Trump, nell’analisi di Freidland, è un corleonese della politica, che considera gli altri Stati come cosche rivali da intimidire e ridurre all’obbedienza. Così l’Ucraina, così il Canada. Mafiosi sono anche l’ossessione per il rispetto, richiesto grottescamente a Zelensky nell’incontro allo Studio Ovale, e l’umiliazione dei subordinati come Marco Rubio, che di Trump è stato a lungo un avversario e ora di trova a dipendere da lui. Dopo aver ricordato che i giudici federali stanno ricevendo a casa pizze anonime, una forma di intimidazione (“sappiamo dove abiti”) in purissimo stile mafioso, Freidland conclude con durezza: “Queste sono persone spregevoli, prive persino della moralità del teppista, e ora governano il paese che abbiamo considerato il nostro migliore amico sin dall’epoca edoardiana”.