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Quello che possiamo imparare dai rom
In occasione della Giornata Internazionale di rom e sinti, il presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto a Montecitorio una delegazione di giovani rappresentanti di queste due comunità. Il post con il quale ha comunicato l'iniziativa sulla sua pagina Facebook ha dato il via ad una serie tanto prevedibile quanto preoccupante di commenti razzistici. Ne cito solo alcuni a caso: "propongo la cittadinanza onoraria rom per la signora Boldrini. così almeno si dimetterà da italiana"; "paradossalmente difenderesti anche un rom che ti stuprasse.. è la loro cultura... o che ti rubasse in casa.. (hanno milioni proventi dai furti) e sussidi????... tu sei strana... e pericolosa... una mente perversa... se non pensassi che sei italiana... mi preoccuperei... sei una scoria un pericolo per la nazione... tu Monti Napolitano dovreste essere giudicati per 'Alto Tradimento'"; "Siate fieri della vostra identita'....(che non avete)!! Siate fieri di quello che fate,(quindi rubare)...il 90% degli Italiani non li vuole...ma sono qua e li manteniamo pure!!! Che schifo!!!!"; "Tanto un altro paio di anni e andremo a cacciarli con i forconi!!! (intendo i nostri politici)". Ho detto che era una reazione prevedibile. Basta che si tocchi, o che si sfiori soltanto, l'argomento dei rom, per suscitare una catena di reazioni palesemente razzistiche. Basta attaccare i rom per essere immediatamente confortati dall'approvazione generale, così come basta difenderli per ritrovarsi disperatamente soli. Essere rom in Italia, oggi, vuol dire essere in pericolo. Esiste una tensione latente, che in qualsiasi momento può esplodere e portare alla caccia al rom. La cronaca degli ultimi anni offre non pochi esempi: dalle aggressioni in seguito all'omicidio di Giovanna Reggiani, nel 2007, ai raid punitivi dell'anno seguente a Ponticelli, Napoli, dopo un controverso tentativo di rapimento di una bambina da parte di una ragazzina rom fino all'aggressione al campo rom delle Vallette, a Torino, nel gennaio del 2012, motivato dalla violenza sessuale ai danni di una ragazzina torinese da parte di due uomini rom. Violenza sessuale mai esistita, come si scoprirà poi: la sedicenne si era inventata tutto per coprire un rapporto sessuale con un fidanzatino italiano. Quando si parla di rom, non si va troppo per il sottile. Gli organi d'informazione sbattono il mostro in prima pagina, i cittadini indignati recuperano immediatamente fiaccole e bastoni, pronti alla strage. Nel rapporto annuale di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo un paragrafo a parte, nella sezione che riguarda il nostro paese, è riservato ai rom. Non è difficile comprendere le ragioni di questo odio così radicato e così difficilmente scalfibile. I rom rappresentano in Italia una minoranza particolarmente vulnerabile, priva di difese. Pur essendo presenti sul nostro territorio da secoli, i rom non sono ancora riconosciuti come minoranza etnica. Pur essendo stati sterminati insieme agli ebrei nei campi di concentramento, non sono inseriti nella commemorazione annuale della Giornata della memoria. Lo sterminio dei rom - il Porrajmos - è un evento rimosso dalla memoria collettiva. Non se ne parla a scuola, non ne riferiscono i libri di storia. Perché presentare i rom[…]