Peppe Sini replica al mio La nonviolenza si è fermata, su “MicroMega”, protestando. Nel mio articolo ho scritto che lui, Sini, nell’intervento che ho preso in esame e da cui sono partito per ragionare della nonviolenza italiana, “evita accuratamente di parlare di Putin”. No, protesta Sini, questo non è vero. Perché già nella terza riga ha scritto che occorre “continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato”. Il problema è, appunto, che parla di chi la guerra ha scatenato, ma non fa il nome di Putin. Come se solo nominarlo fosse difficile. Mentre poco dopo dice:
Con l’azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l’organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
La Nato dunque è scellerata, terrorista e stragista. Perché mai un lettore non dovrebbe pensare che è questa organizzazione criminale, nell’analisi di Sini, ad aver scatenato la guerra?
Sini aggiunge che no, è un equivoco. Certo che per lui Putin è un criminale. Ha dimenticato di nominarlo in quello scritto, ma non in altre occasioni:
E questa opinione ho sostenuto in innumerevoli interventi scritti o pronunciati in tutte le manifestazioni pubbliche cui ho preso parte; ritrovo la trascrizione del mio intervento alla prima manifestazione pubblica contro la guerra svoltasi sul finire del febbraio 2022 nella città in cui risiedo, si apre con queste parole: “La guerra scatenata dall’autocrate russo contro la popolazione ucraina è un crimine mostruoso e un’abissale follia”.
L’ho cercata in rete, la trascrizione di quel suo intervento. Avrei preferito non leggerla. La trovo sul sito “TusciaWeb”. Il titolo dell’articolo è: La Nato è un’organizzazione terrorista e stragista che minaccia l’umanità intera e sta portando il mondo al disastro. Ed è un titolo che sintetizza bene il succo del discorso di Sini. Che comincia bene, in effetti, con la denuncia del crimine mostruoso dell’autocrate russo. E ci si aspetterebbe che finisse con la richiesta di processare l’autocrate (fascista, direi: ma a Sini non interessa troppo l’analisi della natura del potere putiniano). E invece no. Quando si tratta di passare alle cose concrete (ma concrete è una parola grossa, quando si parla di nonviolenza italiana), Sini scrive (anzi, proclama in piazza):
Occorre sciogliere immediatamente la Nato che è un’organizzazione terrorista e stragista che minaccia l’umanità intera e sta portando il mondo al disastro; sciogliere la Nato e processarne i vertici per crimini contro l’umanità è il primo indispensabile passo per fermare le guerre in corso – non solo in Europa ma ovunque nel mondo – e costruire la pace.
Insomma: Putin invade l’Ucraina e Sini, in nome della pace, vuole processare i vertici della Nato. Perché è la Nato, non Putin, che sta portando il mondo al disastro.
Nello scritto che ha offeso Sini mi pare, a dire il vero, di essere stato abbastanza morbido con lui. Ho evidenziato come chiamare allo sciopero generale, pur nella consapevolezza di essere del tutto incapaci di andare oltre questa invocazione – perché organizzare uno sciopero generale è cosa difficile anche per i grandi sindacati, figurarsi per il piccolo centro di Viterbo – sia cosa assolutamente vuota. Avrei potuto aggiungere altro. Avrei potuto aggiungere che invocare lo sciopero generale contro la Nato (“paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione”) e contro i governi europei (“imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l’impegno per l’immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace”) vuol dire fare esattamente il gioco di Putin.
Sto leggendo Il tesoro di Putin di Jacopo Iacoboni e Gianluca Paolucci (appena uscito presso Laterza). Gli autori ricostruiscono la rete di potere e di denaro del fascista russo, ma anche il grande impegno per condizionare la politica italiana, tra l’altro lavorando per la caduta del governo Draghi. Perché l’Italia è così importante per la Russia? Perché, scrivono gli autori,
è un egli anelli politicamente più deboli d’Europa, con la sua maggioranza di parlamentari populisti dal 2018 in poi, la forte e soprattutto rumorosa presenza di movimenti pacifisti utilizzabili da Mosca, una componente di intellettuali e giornalisti “amici” e pronti all’uso, a volte retaggio dell’antiamericanismo di matrice comunista o post-comunista nel Belpaese, altre volte della stagione in cui Mosca si inserisce in ogni protesta in Occidente, dai no euro ai no vax, fornendo i suoi network e le sue reti online di amplificazione. Non conta il tema di queste proteste: contano i network da attivare contro l’Occidente.
Non so quanto si possa definire rumoroso il piccolo centro di Sini. Mi pare che non lo sia particolarmente nemmeno il Movimento Nonviolento. Ma di fatto è qui che si collocano: nella rete di utili idioti (l’espressione è ripresa da Iacoboni e Paolucci, e pare davvero calzante) che la Russia sta usando per destabilizzare il nostro Paese e l’Europa intera.