Le donne viennesi e il burkini

Se volessimo individuare il momento – il tempo e il luogo – più alto della civiltà europea contemporanea, pochi luoghi potrebbero sembrare più adatti della Vienna dell’inizio del secolo scorso. E’ il tempo e il luogo della psicoanalisi di Sigmund Freud, della grande musica di Brahms, Mahler, Schoenberg, della grande scrittura di Hofmannstahl e Kraus, della grande pittura di Klimt e della Secessione viennese. Una civiltà raffinatissima, razionale, ottimistica. Una civiltà che come poche altre, nella storia, tiene in conto il teatro, la scrittura, l’arte, la musica.
Ora, leggiamo nell’autobiografia di Stefan Zweig, uno dei grandi figli di quella civiltà, questo passo che riguarda le donne viennesi di quegli anni:

Che le ragazze anche nella più calda estate giocassero al tennis con abiti corti o peggio a braccia nude, sarebbe stato considerato scandaloso, e se una signora ben educata incrociava i piedi in società, ne erano offesi i buoni costumi, perché avrebbero potuto apparire sotto l’orlo della veste i suoi malleoli. Persino agli elementi naturali, al sole, all’acqua e all’aria, non era lecito sfiorare la pelle nuda delle donne. Esse nuotavano a fatica con pesanti costumi, coperte dal collo al tallone, e nei collegi e nei conventi le ragazze, perché dimenticassero di avere un corpo, dovevano persino fare il bagno in lunghi camici bianchi. Non è leggenda né esagerazione che morissero allora in tarda età donne del cui corpo, all’infuori del marito, dell’ostetrico e di chi ne lavava la salma, non erano mai stati veduti neppure le spalle o i ginocchi. (S. Zweig, Il mondo di ieri, Mondadori, Milano 1954)

Prima di giudicare la civiltà altrui dagli abiti indossati dalle donne, sarebbe cosa buona ricordare che era questa la condizione femminile in uno dei momenti più alti della cultura e civiltà europea. Non per rivendicare quella condizione, ma per riflettere sul fatto che, per quanto la cosa possa sembrarci strana, in alcuni contesti sociali e culturali uomini e donne – anche colti, razionali, evoluti  – possono trovare assolutamente normale che una donna faccia il bagno interamente coperta. E quando smettono di considerarlo normale, non è spesso perché la cultura ha aperto loro la mente, ma perché i cambiamenti economici hanno travolto le vecchie forme di vita.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

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