La dimostrazione dell’esistenza di Dio

Guarda questa pietra. Ad essere precisi, dovrei dire pietruzza. Sassolino, a voler essere buoni. Certo non sasso: sasso è eccessivo. Eppure il biglietto che l’accompagna la chiama senz’altro sasso. Ed a ragione. Perché questa pietruzza o sassolino non è una pietruzza qualsiasi. Leggi bene. E’ un “Sasso della grotta ove si rifugiò in Egitto la Sacra Famiglia”. Vogliamo negargli lo status di sasso? Giammai: tanto più che questo mirabile reperto, che si trova oggi in una teca a palazzo Pfanner, a Lucca, dimostra l’esistenza di Dio.

Chiudi gli occhi e seguimi. Siamo in Egitto, siamo in una grotta. Ecco qui Giuseppe e Maria. Sì, Giuseppe ha il mantello e il bastone e Maria è bionda con gli occhi azzurri ed il manto immacolato. E’ giovane, mentre Giuseppe mostra il triplo dei suoi anni. Poi c’è il bambino, anzi il Bambino, anche lui, anzi Lui, biondo con gli occhi azzurri e paffutello anzi che no. Dunque Giuseppe e Maria sono in questa grotta con Gesù. Che fanno? Direi che Maria sta cucinando, se la cosa non sembrasse blasfema. Cucinava, Maria? Certo la sacra famiglia (la Sacra Famiglia) mangiava, ed essendo poveri certo non avevano la cuoca. Ma non si può escludere che scendesse qualche angelo a sbrigare la faccenda, o che le pietanze comparissero miracolosamente sulla tavola. Dunque Maria non cucinava, pregava ardentemente Dio o leggeva qualche libro rilegato in marocchino, magari le bozze in anticipo del Vangelo di Luca. Giuseppe invece lavora: a lui lavorare era concesso, è perfino il protettore dei falegnami. Era lì, allora, a piallare una tavola di legno. Finché la pace della grotta viene turbata da un urlo. E’ Giuseppe. All’urlo non segue una bestemmia, perché Giuseppe è San Giuseppe e non bestemmia. La Madonna lo guarda con sguardo interrogativo, epperò pieno di amore – di un amore, sia chiaro, privo di qualsiasi concupiscenza, sia perché Maria è vergine (è Vergine) e non pensa a queste cose, sia perché Giuseppe va per la cinquantina e non è quello che si dice un bell’uomo. Si guarda i poveri sandali, Giuseppe, e ne estrae una pietruzza. Poi la mostra a Maria, sorridendo. Maria risponde al sorriso, pacificata. Giuseppe riprende il lavoro, non prima però di aver preso un biglietto, di avervi scritto “Sasso della grotta ove si rifugiò la Sacra Famiglia” e di averlo riposto in un canto della grotta, pensando già a quando, secoli dopo, il sassolino, promosso a sasso, sarebbe diventato una preziosa reliquia, dimostrazione infallibile dell’esistenza di Dio.

E veniamo alla dimostrazione.

Alcuni malnati sostengono che Dio non è. Se Dio non è, il mondo non è stato creato, ma ha cause meramente fisiche. Se Dio non è, le specie animali non sono state create da Dio; la vita è nata grazie a processi chimico-fisici, e le specie si sono evolute secondo le ben note leggi della selezione naturale. La vita si è sviluppata in forme sempre più intelligenti, fino a giungere all’essere umano, l’essere più evoluto ed intelligente di tutti, il risultato di milioni di anni di selezione.

Ora, se così fosse, se cioè davvero la specie umana fosse il risultato di una evoluzione di milioni di anni, non si spiegherebbe la spaventosa idiozia di chi crede che quella pietruzza possa provenire dalla grotta egiziana della Sacra Famiglia. Se una pietruzza del genere esiste – accompagnata da quel biglietto, voglio dire – è perché l’essere umano è radicalmente, disperatamente, irrimediabilmente idiota. Sia chiaro: non è, quella pietruzza, l’unica dimostrazione. Basterebbe prendere un pezzo qualsiasi della storia sacra per dimostrare lo stesso assunto. Il fatto che un coacervo di idiozie ed assurdità come il cristianesimo abbia ormai duemila anni dimostra abbondantemente l’idiozia umana. Se non vi basta, aprite a caso un libro di storia. O un giornale.
Dunque: l’essere umano è idiota. Scemo, se preferite. Coglione, se gradite questa sfumatura. Questa coglionaggine è incompatibile con la selezione naturale. Non è credibile che la natura in milione di anni abbia selezionato una specie di coglioni. Logica vuole che le cose siano andate diversamente. E precisamente, come racconta la Bibbia. Un essere umano così idiota non può che essere l’opera di un Dio quale è quello (Quello) che compare nella Bibbia. Un Dio bizzoso, rissoso, umorale, illogico, violento. Un degno padre (Padre) di un tale figlio.

Dio è, perché un essere umano così idiota non può che venire da lì (da Lì). E quella pietruzza, seu sasso, ce lo dimostra in modo inconfutabile.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

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