Denise e la ziganofobia

Ancora una volta si preleva il dna ad una ragazza rom nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone. Sulla base di un inaccettabile pregiudizio.

Denisa e Denise sono due nomi molto simili. Questa è un’evidenza. I Rom rubano i bambini. Anche questa è un’evidenza. Sulla base di queste due evidenze gli inquirenti che indagano sulla scomparsa di Denise Pipitone stanno seguendo da anni la pista rom.

Nel 2021 venne sottoposta al test del dna una ragazza rom di nome, appunto, Denisa, che viveva in un campo in Calabria. Il risultato fu negativo. Ora hanno scovato un’altra Denisa, questa volta in un campo di Roma, e l’hanno ugualmente sottoposta a test del dna. I cui risultati sono in grado di anticipare con assoluta certezza: negativi.

Perché, ecco, la seconda evidenza non è un’evidenza. È un pregiudizio, una schifosa calunnia che pesa su un popolo che ha subito lo sterminio nazista non meno degli ebrei, ma nei cui confronti è possibile qualsiasi forma di abuso. A spingere gli inquirenti verso la pista rom è la circostanza che una vicina di casa dei Pipitone “ricordatasi di aver avvistato alcuni nomadi al mercato, si era recata a cercarli nel loro insediamento sul lungomare San Vito, situato ad un km e mezzo dal centro della città. Scoprendo, così, che se ne erano andati”. È quella fallacia che in logica si chiama cum hoc ergo propter hoc: scorgere arbitrariamente un nesso di causa ed effetto tra due eventi che sono semplicemente contemporanei. Il ragionamento è: 1) i Rom rubano i bambini, 2) è scomparsa una bambina, 3) e di seguito i Rom sono partiti, 4) dunque i Rom sono partiti portando con sé la bambina.

È gravissimo – gravissimo, cazzo: gravissimo – che degli inquirenti si muovano partendo da questo pregiudizio razziale. Se anche una famiglia rom avesse rapito un bambino, questo non dimostrerebbe che i Rom rubano i bambini. Ma Sabrina Tosi Cambini ha smontato sistematicamente il pregiudizio con il libro La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007) (Cisu, 2008), esito di una ricerca dell’Università di Verona. I Rom non rubano i bambini. Non solo. Si può dire che sia vero il contrario: sono i gagè a rubare i bambini ai Rom. Legalmente, certo. Con una regolare adozione. Perché è facile che un bambino rom, a causa delle condizioni di vita, venga sottratto alla famiglia e dichiarato adottabile.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

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