Come eliminare la bocciatura e vivere felici

Dopo la pubblicazione del mio articolo sull’orale dell’esame di Stato qualcuno si è chiesto come sia possibile che uno studente giunga agli esami finali senza saper risolvere un limite. Provo a spiegarlo. Il nostro studente, che chiameremo Taldeitali, giunge allo scrutinio finale del primo anno di liceo con una sola insufficienza, grave, in matematica; nelle altre discipline ha sufficienza piena, e anche qualche otto. Che si fa? Promosso con giudizio sospeso: dovrà recuperare matematica. Dopo due mesi lo studente si presenta all’esame di riparazione e, come è prevedibile, non ne sa più di prima. Allora? I casi sono due: o il docente di matematica, che due mesi prima era rigoroso, ora diventa improvvisamente malleabile e si fa bastare quel poco che lo studente sa, o resta irremovibile e il consiglio di classe, valutando complessivamente i risultati dello studente, decide comunque di ammetterlo alla classe successiva. Il nostro Taldeitali affronterà dunque il secondo anno di liceo con basi traballanti in matematica, e rimedierà con ogni probabilità una seconda insufficienza, che sarà sanata allo stesso modo. E così per tutti gli anni di liceo, fino a giungere agli esami di Stato senza sapere molto della disciplina.
È evidente che c’è una falla nel sistema (una tra le tante). Respingere peraltro uno studente per una disciplina significa condannarlo a ripetere, l’anno successivo, tutte le discipline nelle quali ha raggiunto la piena sufficienza, solo per recuperarne una. Un assurdo evidente. A dire il vero non è meno assurdo che lo si faccia per tre discipline; anche in questo caso lo studente dovrà ripetere dieci discipline nelle quali ha raggiunto la sufficienza: vale a dire decine e decine di argomenti che già conosce. Uno spreco umano, intellettuale ma anche economico, perché un anno di scuola costa allo Stato intorno ai settemila euro all’anno. E se lo studente è bocciato, quei settemila euro sono soldi buttati.
Una proposta sensata per minimizzare i danni è Bocciato con credito, progetto promosso dalle Avanguardie Educative dell’Indire. Il nostro Taldeitali viene bocciato perché ha insufficienze, poniamo, in matematica, scienze e latino. L’anno seguente la scuola prende atto dei risultati positivi in alcune discipline e gli propone un percorso flessibile che gli consenta di concentrarsi sulle lacune. La bocciatura non è eliminata, ma è più probabile che diventi una effettiva occasione di crescita. Purtroppo non mi pare che l’idea abbia avuto grande successo, e non escluderei che sia proprio perché le scuole temono di essere considerate poco rigorose, depotenziando lo spauracchio della bocciatura.
In ogni caso non è una soluzione strutturale. Proviamo ora a pensare una soluzione strutturale, pur con la piena consapevolezza della straordinaria refrattarietà della scuola italiana a qualsiasi cambiamento strutturale. Torniamo al nostro Taldeitali. Alla fine del primo anno di liceo ha la sua insufficienza in matematica. Viene ammesso al successivo anno scolastico ed è libero di scegliere: può recuperare la sua insufficienza sostenendo un esame nel corso dell’anno, oppure lasciarla così com’è. Lo stesso vale per gli anni seguenti. Alla fine dei cinque anni non c’è alcun esame di Stato. Il consiglio di classe elabora un documento nel quale sono riportati tutti i risultati raggiunti dallo studente nel corso dei cinque anni. Un documento trasparente, che illustra il percorso dello studente, e nel quale pertanto risalterà l’insufficienza in matematica di Taldeitali. Naturalmente ciò renderà meno valido il suo diploma. Per assurdo, uno studente può giungere alla fine del suo percorso liceale avendo insufficienze in tutte le materie: il diploma in questo caso avrà un valore non diverso da un semplice certificato di frequenza.
Gli aspetti positivi di questa impostazione mi sembrano evidenti. In primo luogo, la trasparenza, appunto. Il diploma dirà esattamente cosa ha fatto e cosa non ha fatto lo studente, i suoi punti di forza e di debolezza. Sarà un documento più onesto e non costringerà i docenti a sanare burocraticamente insufficienze per evitare esiti disastrosi. Il secondo aspetto positivo è la responsabilizzazione dello studente. Ora uno studente che ha una insufficienza a giugno sa che con ogni probabilità sarà sanata a settembre, anche in assenza di un vero impegno, e che in ogni caso è difficile che venga bocciato. Ma se la sua insufficienza restasse, sarebbe suo interesse colmarla realmente, in modo da giungere alla fine del percorso con un diploma valido; oppure decidere di non colmarla, puntando sui suoi punti di forza. Ognuno costruisce il suo percorso ed è personalmente responsabile del suo esito finale. E alla fine del suo percorso liceale nessuno gli chiederà di collegare la matematica a Leopardi.

Gli stati Generali, 20 luglio 2019.

Author: Antonio Vigilante

antoniovigilante@autistici.org

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