Mi nascondevo in fondo alla mia casa
in fondo alla mia casa a pianoterra
in fondo alla cucina in cui dormivo
insieme a mio fratello e mia sorella
mi nascondevo e guardavo la porta
col cuore che batteva che batteva
e gli dicevo mio cuore ti prego
non battere così ci troverà
ma giungeva il rumore ed era come
se il mondo sospendesse il suo respiro
e m’inghiottisse giù con quella mano
orribile che apriva la finestra
e mi prendeva in fondo alla cucina
e più non ero me più non avevo
un posto al mondo in cui dire io sono
o pronunciare la parola ancora
o pronunciare la parola madre
nel buio stavo solo con me stesso
preso da quella mano che era mia.
Una volta mi presero – ero ancora
in fondo alla mia casa a pianoterra –
e mi portarono in un altro fondo
una caverna questa volta: ed umida
e mi tennero lì per qualche tempo
finché qualcuno più attento degli altri
prese ago e filo e mi cucì le palpebre.
Mi piaceva la vita con le palpebre
cucite avevo un mondo dentro me
ed era meglio di via Tiro a Segno
crescevano giganti i tulipani
e i soldati crociati li coglievano
e tornavano a casa raccontando
di come amore confonde i sentieri
e riconduce ogni cosa all’origine.