Le oscene nuove Indicazioni Nazionali stanno suscitando uno sdegno unanime da parte di chi ha a cuore la scuola democratica, ossia la scuola tout court. Su “Educazione Aperta” siamo intervenuti, fino ad ora, con tre articoli: uno mio (Fare il vuoto. La pedagogia delle nuove Indicazioni Nazionali), uno di Paolo Vittoria (Fantasy o Horror? L’insegnamento della storia “Made in Italy” nelle nuove Indicazioni Nazionali) e uno di Michela Fregona (Indicazioni Nazionali: la scuola come volontà e rappresentazione). A dimostrazione che dal male viene spesso qualcosa di buono, quel documento disastroso ci sta ricordando un po’ di cose importanti che forse avevamo dimenticato e perso per strada. E sarebbe davvero bello se, oltre la polemica, si riuscisse a buttar giù delle Controindicazioni Nazionali: per dirci quale è la scuola che vogliamo davvero e quale la scuola che non vogliamo più fare.