L’ontologia è quella parte della filosofia che si occupa degli enti. Gli enti sono le cose che esistono. L’ontologia si interroga sulle caratteristiche generali degli enti – in soldoni: cos’è una cosa? – ma anche della classificazione degli enti. Proviamo. È evidente che un libro, ad esempio, è diverso da un’opera. Un libro è un oggetto, è questa cosa qui, mentre un’opera può incarnarsi, diciamo così, in diversi libri. Questa Bibbia, edizione 1992, non è la Bibbia. Evidente è che un ciottolo di fiume è diverso da una pietra intagliata: il primo è un ente naturale, il secondo è un ente naturale trasformato dalla nostra azione. E così via.
La cosa si complica quando si giunge a tipi di enti particolarissimi. Ad esempio la bellezza. Una pietra intagliata ad arte è bella. Ma cos’è la bellezza in sé? Per rispondere a questa domanda Platone ha creato un mondo a parte, l’Iperuranio, nel quale ha collocato le Idee: il Bene, il Bello, il Giusto eccetera. Cose che, nella sua filosofia, sono più reali del mondo che vediamo. Oggi non sono molti i platonici. Per lo più consideriamo valori la bellezza e la giustizia, ma non è facilissimo capire cosa sia e che tipo di realtà abbia un valore.
Vi sono poi gli enti personali non tangibili. Ho sulla mia scrivania una statuetta di Don Chisciotte. La statuetta è materiale, ma il personaggio è di fantasia. Questo non vuol dire che non abbia una sua realtà. La nostra cultura è piena di personaggi non tangibili, che tuttavia hanno avuto ed hanno una grande influenza sul modo in cui percepiamo la realtà. Può accadere anche che un ente personale tangibile si sdoppi, per così dire. Il Dante della Commedia è diverso dal Dante storico: è (era) una persona tangibile che diventa anche un ente non tangibile. Continue reading “Babbo Natale e quello che abbiamo perso per strada”