8.12.2011

Sono immerso costantemente nello sguardo dell’altro, lo respiro come l’aria: ne ho bisogno. E questo bisogno è miseria, povertà, mancanza. Lo avverto quando, chiuse tre porte, mi ritrovo nudo con me stesso. E nemmeno allora sono al sicuro dallo sguardo dall’altro. Anche allora vorrei offrire la mia stessa nudità, a volte: e cercare una solenne approvazione. Ma altre volte il mio corpo diventa trasparente, il desiderio del desiderio dell’altro svanisce, e con esso svanisce parte di me: quella polvere d’umanità che mi dà un nome e un volto e una parte. E’ allora che il bisogno, il desiderio di desiderio, lasciano il posto al desiderio semplice, puro.

La Siena spenta e un po’ cafona del sindaco De Mossi

Cacio e Pere è uno dei pochissimi locali in cui a Siena si faccia musica dal vivo di qualità. O meglio: in cui si faceva. Al termine di una vicenda che ha dell'incredibile, il locale ha dovuto chiudere a causa di un vero e proprio bullismo istituzionale da parte del Comune di Siena.Prima di analizzare la vicenda occorre qualche nota di contesto. Siena è una città con un basso tasso di natalità e un crescente invecchiamento dei residenti. Di contro, è una città universitaria, con molti studenti fuori sede. Il terzo aspetto da considerare, fondamentale quando si parla di Siena, sono le contrade, che per chi di Siena non è possono essere un mondo difficile da comprendere; luoghi di una socialità intensa, che va ben oltre i giorni del palio. Ed ecco dunque il quadro: i ragazzi di Siena si divertono nelle contrade, che spesso e volentieri fanno musica da discoteca ad altissimo volume fino a notte fonda; gli universitari provano a divertirsi nei locali fuori dalle contrade, soprattutto in via Pantaneto, la via della movida della città; i residenti sopportano, volentieri (se sono contradaioli) o per forza di cose le intemperanze delle contrade, ma sono sul piede di guerra ogni volta che un locale non contradaiolo crea il minimo disagio.Cacio & Pere ha subito più volte provvedimenti di chiusura temporanea da parte della vecchia amministrazione Valentini, per violazione delle norme comunali sulla musica dal vivo. Fino alla chiusura, nello scorso febbraio. Ad aprile il locale ha riaperto in una nuova sede, in via della Stufa Secca, già sede di uno storico pub. Prima ancora dell'apertura, un comitato di residenti si è rivolto al Comune per esprimere preoccupazione per l'apertura del locale. Il clima di campagna elettorale ha fatto il resto. Quanti voti porta un comitato di residenti? Non solo. Il sindaco De Mossi ha vinto le elezioni perché è riuscito a presentarsi come alternativa a un sistema di potere che appare compromesso con la crisi di Montepaschi, ma anche come il difensore indefesso (in senso tecnico: è stato l'avvocato dei contradaioli processati per la rissa dopo il palio del 2015) delle contrade, e quindi della senesità più autentica. E in questo caso difendere le contrade significa anche interpretare quel certo astio, nemmeno troppo sottile, verso luoghi e forme di divertimento al di fuori delle contrade.Il locale è stato oggetto di un vero e proprio accanimento da parte dei vigili urbani, che non hanno tuttavia rilevato nessuna infrazione. Le norme comunali sulla musica dal vivo sono state rigorosamente rispettate; gli spettacoli sono terminati addirittura prima dell'orario prescritto. Ma, come nella favola del lupo e dell'agnello, ciò non è bastato: il Comune ha disposto il 23 maggio la sospensione a tempo indeterminato delle attività del locale. Motivazione: il rumore. Si chiede una relazione sulle attività svolte, che viene presentata il giorno dopo. E poi il nulla. Un nulla burocratico, fatto di risposte che non arrivano, assessori assenti, uffici che non sanno nulla e rimandano ad altri uffici, porte chiuse a qualsiasi[…]

La cannabis light e i deliri della politica

Qualche mese fa ho provato la cannabis light. L'ho comprata  in una parafarmacia del centro di Siena, che la vendeva in diverse versioni aromatiche. Poi ho dovuto procurarmi le cartine: con qualche imbarazzo, quando il tabaccaio mi ha chiesto di quale tipo. Ho preso quelle più comuni, immaginando che andassero bene per rollare una canna, sia pure light. Ecco, rollare una canna: non avendo a portata di canna qualche studente, ho dovuto far ricorso a un video su Youtube. Esaustivo, comunque. Dopo due o tre tentativi mi sono trovato tra le mani una canna (sia pure light) rispettabilissima. Per essere sicuro di farne esperienza in modo autentico, non ho lesinato sulla quantità.Seduto sul divano, mi sono dunque acceso la mia canna, sia pure light. Una parte di me sperava che benché fosse light, qualche interessante esperienza psichedelica l'avrei fatta. Ho fatto un tiro, poi un altro, e un altro ancora. Niente. L'ho finita. Niente. Mi son detto: dalle tempo, queste cose arrivano con calma. Ma niente niente. Ogni cosa restava testardamente sé stessa, me compreso. Dopo mezz'ora m'è venuto sonno, ma non saprei dire se per la canna (sia pure light) o per la stanchezza. Nella migliore delle ipotesi, in base alla mia esperienza posso riconoscere alla cannabis light una efficacia paragonabile a quella della tisana al tiglio.Leggo ora che la Cassazione considera illegale la vendita di cannabis light. E il ministro Salvini si è affrettato a commentare:  "Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano". Apprendo dunque di essermi drogato, quella sera. A dire il vero a me più che una esperienza Sesso, Droga & Rock'n'Roll è sembrata una cosa Brodino, Pigiamino & Nanna, ma se lo dice Salvini mi fido. Diciamo che mi hanno venduto dell'erba truccata, diversa da quella che ha provato Salvini (perché Salvini l'avrà provata, no, prima di esprimersi? mica sarà uno che parla a vanvera?). Cerchiamo ora di essere consequenziali. La tesi è che la cannabis, sia pure light, dev'essere vietata perché è una droga, e "qualsiasi tipo di droga" va vietata. Ma cos'è una droga? Ricorriamo, per imparzialità, alla Treccani: "Nel linguaggio corrente viene chiamata droga qualsiasi sostanza capace di modificare temporaneamente lo stato di coscienza o comunque lo stato psichico dell’individuo". Bene: allora è droga anche il vino. E' droga l'alcol, in qualsiasi forma. In base alla mia esperienza, è una droga infinitamente più potente di una cannabis light. Ed è una droga che fa in Italia quarantamila morti all'anno (dati di www.alcol.info). Un numero che include le persone morte per cirrosi epatiche, per malattie cardiovascolari, per infarto, ma anche le vittime causate dalla guida in stato di ebbrezza. Perché quando qualcuno beve, nessuno è al sicuro. Nemmeno il bambino che attraversa la strada.Cosa dice Salvini, che è contro qualsiasi tipo di droga, di questa droga pericolosissima, che tante tragedie e tanti lutti provoca? Ecco: "La politica cerca il vino per quattro motivi: primo perché fa bene, secondo perché è un business, terzo[…]

Noi docenti non ci lasciamo intimidire

A Palermo una docente viene sospesa dall’insegnamento perché in un video i suoi studenti hanno accostato il decreto sicurezza alle leggi razziali.
Ragioniamo un attimo. L’accostamento tra il decreto sicurezza e le leggi razziali è stato fatto in modo plateale dal settimanale l’Espresso, che ha aperto il numero del 30 settembre 2018 con in copertina La difesa della razza e il titolo: “1938-2018. Un decreto che discrimina. Ottant’anni dopo le leggi razziali”. Dal suo profilo Twitter – che è l’ufficio virtuale dal quale svolge per lo più il suo lavoro di ministro (in quello reale s’è fatto vedere pochissimo) – Matteo Salvini ha commentato: “Questi non sono normali!!!”. Non gli è stato possibile andare oltre i tre punti esclamativi: perché l’Italia è un paese democratico, e la libertà della stampa è uno dei fondamenti di una democrazia. Non è una libertà assoluta, ovviamente: esiste un Ordine dei giornalisti che interviene in caso di palesi violazioni. Ma non è stato, non poteva essere questo il caso, perché l’accostamento tra i due dati storici può essere discutibile, ma non è né arbitrario né viola alcuna legge.
Ora, per una democrazia la libertà dell’insegnamento (e dell’apprendimento) è un principio non meno importante della libertà della stampa. Se non sono censurabili i giornalisti per aver paragonato il decreto sicurezza alle leggi razziali, non lo sono nemmeno gli studenti e la loro docente. La libertà di riflessione e di analisi degli studenti, la libertà di insegnamento dei docenti, la libertà di informazione, di critica, di denuncia sociale dei giornalisti sono tre aspetti di una stessa libertà: la libertà democratica. Quella libertà che è stata conquistata con il sangue dei partigiani.