Altre due poesie

S’è presentato, ho detto, solo un merlo
con nel becco un vermetto agonizzante.
Non si trattava invece d’un vermetto
agonizzante nel becco d’un merlo?
Non mi diceva guarda guarda guardami
proprio lui il vermetto agonizzante?
Non cercava la pace del mio sguardo?
Ho fatto spazio al mondo, non è vero?

*

Ma cercava la pace del mio sguardo?
Cerco questo: la pace universale?
La vacuità in cui tutto si riposa
ed ogni cosa è salva come dice
la Prajnaparamita? Nella testa
s’apre leggera la liberazione
ma è soltanto un trucchetto da tre soldi.
Non s’impara mai nulla a questo mondo.

Due poesie

Non posso dirti nulla: ogni parola
prende una strada sua, ha una sua vita
dice qualcosa, ma non dice me
e tuttavia s’infila dentro a un noi
insieme alle parole che non sei:
e questo è grande parte del groviglio
che ogni giorno ci fa tanto feroci.

*

Ho fatto spazio al mondo, l’ho imparato
dagli anni che ti segnano la pelle
mi sono fatto piccolo invisibile
soprattutto capace di silenzio
ho fatto spazio al mondo: l’ho imparato
ma dopo lunga attesa a presentarsi
è stato solo un merlo sopra un bosso
con nel becco un vermetto agonizzante.

Ho dormito tre ore questa notte

Ho dormito tre ore questa notte
fors’anche meno alle cinque ero sveglio
e il seguito non so se sonno o veglia
un breve sonno pieno di ricordi
più che di sogni o almeno così pare
all’ora convenuta ho messo su
il mio-me la mia faccia la mia storia
ed ho ricominciato tutto quanto.
Cerc’ora di comprendere il qualcosa
che fa di me un essere vivente
e non una struttura di pneumatici
un non troppo simpatico bibendum
un povero attorello sussiegoso
che si dimena sopra un palcoscenico
con quel che segue. Sento dentro il vuoto
e questa è proprio una frase del cazzo
ci si aspetta ben altro da un poeta
sia pure un poetucolo di quelli
che vanno ai concorsucoli poetici
di Maiolati Spontini o Rocchetta
Sant’Antonio; sto male, tutto qui
ed è cosa che sempre mi stupisce:
posso dire che sto in qualche modo
senza che questo mi distrugga? Posso
essere in qualche modo senza essere
un nulla? Posso sfuggire al mio vuoto?
Perché sono e non sono, mi trascina
la tristezza, mi svuota la mancanza
mi fa sorridere il sole sui colli
mi dà pace il pensiero della morte:
quando avrò consistenza nel non essere.
Vivo come uno strazio la presenza
di me a me stesso, l’accadermi, il nome
l’identità, la storia, the conundrum
il tohu wa bohu che mi trattiene
come un criceto nella sua gabbietta.

(22 luglio 2023.)

Come amore confonde i sentieri

Mi nascondevo in fondo alla mia casa
in fondo alla mia casa a pianoterra
in fondo alla cucina in cui dormivo
insieme a mio fratello e mia sorella
mi nascondevo e guardavo la porta
col cuore che batteva che batteva
e gli dicevo mio cuore ti prego
non battere così ci troverà
ma giungeva il rumore ed era come
se il mondo sospendesse il suo respiro
e m’inghiottisse giù con quella mano
orribile che apriva la finestra
e mi prendeva in fondo alla cucina
e più non ero me più non avevo
un posto al mondo in cui dire io sono
o pronunciare la parola ancora
o pronunciare la parola madre
nel buio stavo solo con me stesso
preso da quella mano che era mia.

Una volta mi presero – ero ancora
in fondo alla mia casa a pianoterra –
e mi portarono in un altro fondo
una caverna questa volta: ed umida
e mi tennero lì per qualche tempo
finché qualcuno più attento degli altri
prese ago e filo e mi cucì le palpebre.

Mi piaceva la vita con le palpebre
cucite avevo un mondo dentro me
ed era meglio di via Tiro a Segno
crescevano giganti i tulipani
e i soldati crociati li coglievano
e tornavano a casa raccontando
di come amore confonde i sentieri
e riconduce ogni cosa all’origine.

Mi son dannato l’anima a cercare

Kaasher natati et-lebi lada’at hokmah welirot etha’inian asher na’asah ‘al-ha-aretz ki gam baiom ubalailah shenah be’enav roeh. Weroiti et-kol-ma’asah haelohim ki lo iukol haadam limzo et-hamahaseh asher lasah tahat-hashemesh beshel asher ‘ahamol haadam lebaqesh welo imza wegam im iomer hehokam lada’at lo iukol limzo.

Mi son dannato l’anima a cercare
conoscenza, saggezza, il senso ultimo
di tutto questo affare sulla terra
che ci toglie il riposo notte e giorno.
Ed ho visto che le opere di Dio
tutto quello che accade sotto il sole
l’uomo non può comprenderlo: e chi dice
d’esser sapiente ed afferrare il mondo
più degli altri è smarrito ed impotente.

Qohelet, 8, 16-17. Traduzione di Antonio Vigilante.